Mastoplastica additiva attualità
pubblicato il 10 dicembre 2016 14.05
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il dual plane
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retro muscolare, retro ghiandolare cosa è meglio
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criteri di scelta delle protesi mammarie
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la scelta del chirurgo
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la scelta della struttura
In tema di mastoplastica additiva, che è l'intervento più richiesto in chirurgia estetica, vale la pena di spendere qualche parola in più per sfatare miti, leggende, false informazioni.
La richiesta di aumento del seno da parte delle donne con poco seno è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni. Le parole chiave che ci vengono "impartite" dalle pazienti che ci arrivano "precotte" dalle informazioni bevute da internet sono:
- dual plane
- protesi anatomica
- seno naturale.
La tecnica del dual plane
con riferimento alla tasca che accoglierà la protesi, è nata con tale nome solo pochi anni fa.
In realtà si tratta sempre di posizionamento retro muscolare come si è fatto dalla notte dei tempi, in quanto i muscoli gran pettorali che vengono sollevati per far posto alle protesi mammarie non coprono interamente l'area di base delle mammelle per cui sempre di dual plane si tratta, intendendo con questa espressione che le protesi mammarie sono in parte coperte dai muscoli gran pettorali e in parte no, trovandosi quindi coperte solo dalla ghiandola mammaria.
La novità se vogliamo del dual plane "vero" è di lasciare sul piano toracico una parte più o meno estesa di muscolo gran pettorale, così da realizzare la condizione che solo la sommità delle protesi mammarie sia coperta dai muscoli gran pettorali.
Questa condizione rappresenta inseguenti vantaggi:
- ottemperare al criterio estetico impedendo che le protesi, specie se di volume importante si stacchino troppo bruscamente dal piano toracico in alto
- per raggiungere il livello desiderato del dual plane (che può essere più o meno alto) lo scollamento della ghiandola dal piano fasciale (fascia del muscolo gran pettorale) consentono una rotazione maggiore di una mammella leggermente ptosica
- consente una maggior proiezione della protesi a livello areolare non essendo costretta la mammella a questo livello dal piano muscolare (dual plane alto)
Il posizionamento delle protesi in sede retro ghiandolare, secondo la nostra esperienza è sempre da sconsigliare per i seguenti motivi:
- la protesi non è trattenuta dal muscolo e quindi tende a scendere
- è più frequente la comparsa di wrinkling
- Si possono percepire maggiormente i margini delle protesi specie in soggetti magri.
La scelta delle protesi anatomiche versus le sorelle rotonde
la scelta della superficie testurizzata versus la superficie liscia
Le protesi mammarie per la mastoplastica additiva si differenziano attualmente per forma e per proiezione a parità di volume.
Si differenziano inoltre per tipo di involucro liscio o testurizzato.
Un discorso a parte per quanto riguarda il rivestimento in poliuretano.
Attualmente il silicone di cui sono riempite tutte le protesi mammarie destinate alla ricostruzione mammaria, ma anche alla mastoplastica additiva a scopo estetico, è ad elevata coesività il che le rende più sicure limitando gli effetti del bleeding (trasudamento) e dello spandimento del silicone in caso di rottura protesica.
Il silicone allo stato fluido è molto "attivo" e irrita i tessuti circostanti generando infiammazioni croniche.
La parola d'ordine in bocca alle pazienti che si rivolgo a noi chiedendo la mastoplastica additiva oltre che dual plane è:
protesi anatomiche
Vediamo anche qui di fare chiarezza.
Le protesi anatomiche introdotte circa 25 anni fa furono ideate per la ricostruzione mammaria dopo mastectomia.
Vennero cioè strutturate morfologicamente in modo da rendere il seno ricostruito più simile a quello controlaterale, sano che in genere trattandosi di pazienti sicuramente over quaranta è svuotato al polo superiore.
La maggior naturalezza del risultato in tali pazienti venne estesa col meccanismo tipico del "copia incolla " alle mastoplastiche additive con finalità esclusivamente estetica delle pazienti che desiderano l'aumento del proprio seno.
Il motivo in base al quale le protesi anatomiche vennero impiegate anche nella comune pratica dell'aumento del seno si deve alla qualità del silicone di cui erano e sono riempite le protesi anatomiche, silicone ad elevata coesività, appunto coesività studiata per garantire una certa memoria di forma.
Le protesi anatomiche infatti anziché essere rotonde anche ai poli superiori sono qui particolarmente schiacciate spendendo il loro volume solo o quasi al polo inferiore.
E quindi simulando una ptosi, come abbiamo già detto per simulare il seno controlaterale svuotato delle sfortunate ove 40 destinate alla ricostruzione dopo mastectomia.
La cosa curiosa è che un tipo di seno così svuotato, come simulato da una protesi anatomica è proprio il tipo di seno che si rivolge a noi per essere riempito ai poli superiori (svuotati) mentre il concetto di naturalezza attribuito alle protesi anatomiche significa si seno nel complesso naturale ma non propriamente bello.
Infatti tale concetto (protesi anatomica schiacciata al polo superiore) è nato come abbiamo già detto per definire l'aspetto di una ricostruzione mammaria monolaterale a simulare il seno controlaterale tipicamente svuotato.
Per un seno che si voglia naturalmente bello sono indicate le protesi rotonde.
Altro tabù che ci rimettono le nostre pazienti è il timore che le protesi rotonde possano dare un effetto a palla.
L'aspetto a palla in vero venne accostato alle protesi rotonde a seguito della complicazione di una severa contrattura capsulare che col tipo di silicone di cui erano riempite le protesi rotonde era più frequente.
L'introduzione dello stesso silicone ad elevata coeesività anche nelle protesi rotonde (mutuando l'esperienza dalle protesi anatomiche che si vide davano in grado molto inferiore questa complicazione) risolse questo problema ma il timore del seno a palla è rimasto ed è associato alle protesi rotonde, anche con la palla le protesi rotonde non hanno nulla a che fare specie poi se come consiglio posizionate in sede retro muscolare.
Per quanto riguarda il rivestimento delle protesi mammarie destinate alla mastoplastica additiva a scopo estetico (per la ricostruzione del seno esiste solo un tipo di superficie in quanto le protesi anatomiche per ridurre il rischio di ruotarsi e quindi di alterare la morfologia del seno sono strutturate con una superficie testurizzata che le rende più stabili in quanto con la testurizzazione la protesi tende ad aggrapparsi ai tessuti circostanti).
La superficie liscia come opzione delle protesi rotonde (le protesi rotonde se si vuole esistono anche a superficie testurizzata) costituisce minori rischi di wrinkling.
Ma c'è una ragione in più per cui suggeriamo sempre protesi a superficie liscia:
da uno studio multicentrico internazionale le protesi a superficie testurizzata hanno rilevato costituiscono maggior rischio dello sviluppo di un particolare tipo di linfoma nella donna (rischio molto raro per il vero ma pur di qualcosa di molto patologico), maggior rischio non nei confronti delle protesi liscie che non sono MAI state messe in relazione con questo tumore, ma nei confronti della donna senza protesi, quindi a carico della testurizzazione sembrerebbe esserci questa "responsabilità" non di poco conto, probabilmente dovuta a una infiammazione cronica sub clinica dovuta al "grattare" della superficie ruvida.
L'acronimo di questo linfoma è ALCL e il sintomo più evidente è un sieroma tardivo (dopo sei mesi dalla mastoplastica additiva) al verificarsi del quale secondo le linee guida del ministero della sanità bisogna eseguire un prelievo di siero e inviarlo in anatomia patologica per la ricerca delle cellule tumorali.
Se positivo l'esame istologico, va eseguito l'immediato espianto delle protesi e la capsulectomia radicale per quanto riguarda il chirurgo estetico, e per quanto riguarda il protocollo oncologico, radioterapia, chemio ecc. non è proprio simpatico..
In ultimo la superficie in poliuretano sorta per ridurre il rischi di contrattura capsulare, personalmente la sconsigliamo in quanto il potere aggrappante del poliuretano è tale che in caso di necessità di espianto delle protesi, sarebbe difficile eseguire una toilette radicale senza sacrificio di tessuto ghiandolare.
La scelta del chirurgo per la vostra mastoplastica additiva
Il chirurgo prescelto deve avere un titolo di specialità in chirurgia plastica estetica o in chirurgia generale o toracica in base a una Legge dello Stato del 2012.
La scelta della struttura clinica ove subire la vostra mastoplastica additiva
NO ai day surgery, in genere abusivi ove la sera si chiude e tutti a casa.
Il day surgery può essere una modalità di ricovero, solo diurno, ma la struttura deve avere le caratteristiche di poter accogliere il paziente anche la notte.
In conclusione, se avete fatto tesoro si quanto rimesso in queste pagine per la vostra sicurezza. per la vostra mastoplastica additiva il consiglio è di rivolgersi a un chirurgo specialista, di pretendere una struttura clinica "regolare" di sciegliere protesi rotonde a superficie liscia e del loro posizionamento secondo la tecnica dimp una della varietà di dual plane.